LA SCUOLA ATTIVA

PRIMO NOVECENTO 
Il Novecento è caratterizzato da una grande fiducia nell'educazione e una visione più moderna dell'infanzia. Si inizia a parlare di un'educazione più rispettosa dei diritti dell'infanzia e porre al centro nella vita pubblica e privata l'infanzia. 
  • Il Novecento è il secolo della pediatria e della puericultura: i bambini vengono seguiti meglio e nutriti inoltre anche nelle abitazioni vennero previsti appositi spazi adeguati alle esigenze dei più giovani. 
  • Si moltiplicarono le scuole che furono concepite come luoghi creati in funzione dell'infanzia con un sistema scolastico aperto anche i ceti popolari, divennero quindi meno elitarie. 
  • Anche l'organizzazione dell'ambiente scolastico è più flessibile per favorire non solo la socializzazione dei bambini ma anche le esperienze di gioco. 
  • Emersero nuove figure professionali che si occupano dei bambini come neuropsichiatri, psicologi, educatori Il Novecento fu quindi caratterizzato da un nuovo modo di vedere l'infanzia che si affidò al principio secondo il quale era necessario valorizzare la prima età dell'essere umano seguendo il ritmo psicofisico, gli interessi e i bisogni specifici. 

PEDAGOGIA SCIENTIFICA
La pedagogia non viene più considerata come l'unico sapere utile all'educazione ma deve essere integrata ad altri saperi sull'essere umano come la biologia, la psicologia e la sociologia. E’ il primo nucleo che fu poi denominato modello delle “Scienze dell'Educazione”. In questo movimento di rinnovamento in Italia prese il nome di attivismo. fino alla metà dell’800 le descrizioni pedagogiche erano ridotte da presupposti metafisici o religiosi, mentre dalla seconda metà dell’800 i contributi che giunsero alla psicologia cominciarono ad attribuire all’educazione una modalità più scientifiche. La pedagogia acquisì maggiore interesse verso il valore dimostrativo dei dati; Crea ambienti, tecniche e materiali capaci di rendere le pratiche didattiche funzionali allo sviluppo mentale dei bambini; da priorità alla conoscenza sperimentale delle diverse caratteristiche dell'infanzia e della fanciullezza; da apporti alla conoscenza dello sviluppo psico-infantile, misurazione dell'intelligenza, dinamiche di apprendimento e metodi più efficaci per conseguire il successo scolastico. Con lo sviluppo dei laboratori sperimentali di psicologia gli studiosi iniziarono a sviluppare le loro prime teorie. Come ad esempio i primi test di intelligenza con lo scopo di identificare gli alunni che avevano bisogno di particolare aiuto nelle materie scolastiche (inclusione) Nel Novecento si sviluppa un interesse più specifico per il mondo dei giovani, la giovinezza viene vista come una condizione di esaltazione della ribellione nell'incoscienza. Questo portò a processi di modernizzazione, nuova esperienza educative e un nuovo clima culturale caratterizzato da un modo diverso di vedere la giovinezza. 

ATTIVISMO PEDAGOGICO 
In una società che si stava trasformando anche il mondo della scuola cercò di adeguarsi ai cambiamenti e inizia a prevedere una formazione dei giovani adeguati alle esigenze dei tempi moderni. Molte proposte riguardavano i colleghi e i convitti (istituzioni scolastiche più diffuse), e avevano come obiettivo quello di superare la scuola tradizionale. All'interno di questi convitti i ragazzi vivono durante la settimana ed è lì che si assiste alla prima rivoluzione scolastica. Le scuole che avevano una rigida disciplina e le lezioni erano frontali vennero sostituite ad una disciplina più democratica che favoriva il confronto tra idee e mettere in pratica attività che li vede protagoniste Gli attivisti più importanti sono: Montessori, Dewey e Claparède

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